Luna, Ananke, Melanconia

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LUNA,ANANKE,MELANCONIA
a Piece by Sara Marzaduri

“Nel pensiero orfico Ananke era accoppiata con un grande serpente Kronos, formando una sorta di spira che stringeva tutt’attorno l’universo. Fin dalle origini Tempo e Necessità impongono un limite a tutte le nostre possibilità. Insieme formano una coppia archetipica il cui nesso è intrinseco: dove è l’uno è anche l’altra, essere liberi dal tempo è essere liberi dalla necessità”. James Hillman

Direction / Choreography / Scenic Writing
Sara Marzaduri

Compagnia
I Giardini di Sharazàd
Agnes Magyar, Giulia Tacconi, Martina Del Prete, Maria Vittoria Cassanelli, Gregorio Migliaccio,
Cecilia Lorenzetti, Giulia Tarantola, Fabio Gentili

Music
Fryderyk Franciszek Chopin – Ludwig van Beethoven

Pianoforte
Fabio Gentili

Duration
1, 15 h

Premier 
May 2015 – Festival Equilibri – Vicolo Bolognetti – Bologna

Production
Centro Culturale Sharazàd

Poster Photo
Federica Di Girolamo – Photo Pasteque

Photo
Vicolo Bolognetti – Bologna

 

 

Review 21 June 2015
by Richard D. Hutchinson

<< Vedere “Luna, Ananke, Melanconia” è stato come essere trapassati inaspettatamente da una stallatite non fatta di ghiaccio ma bensì di puro spirito e verità. Apparentemente caotica ed indecifrabile, progressivamente la scena si è riempita irreversibilmente di lacerti di memorie personali, di intuizioni folgoranti e di sensazioni vicine all’insostenibile per il pubblico. Probabilmente è stato uno spettacolo emerso “intuitivamente” da una profonda ma inconscia frequentazione individuale del mistero “femminino” da parte degli attori (erano tutti/e come acque lipide e torbide al contempo) e della regista (la quale ha agito superbamente ma senza programmarlo come il vento di superficie ed il fondo abissale del mare nel dare “vita e forma”). La suprema lealtà ed il coraggio mostrati dagli interpreti ha velocemente scoperto, anzi “esfoliato”, il senso profondo di ciò che si andava rappresentando: il processo doloroso ma sublime di una pura metamorfosi di un’unica (ce n’era UNA SOLA!!) donna, dispiegata sul palcoscenico con forza, verità e furore. La presenza susseguente e travolgente di Venere, Diana, Giunone e Persefone in un unico svolgimento violento ma armonico di forma e di senso femminile, amministrata da uno “shockante” e perfetto Mercurio e da un Crono/Urano/Vulcano fondamentale (i maschili in scena) ha inequivocabilmente evocato Marte Ultore (ovvero Marte il Vendicatore) nel cuore degli uomini in sala. Il resto è intimo ed individuale. Profondamente. Come profondo è stato questo Teatro povero di stilemi e ricchissimo di Anima e di Cuore >> .